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MY IMMORTALS

La virtù perfetta

Il verismo di Donatello (Firenze,1386 – 1466) dialoga con la storia e con la dimensione reale, popolare (celebre l’accusa mossagli da Brunelleschi d’aver messo un contadino in croce, riferendosi ad un Cristo oggi conservato a Santa Croce in Firenze). Nella fissità del bronzo il tempo di Donatello si è fermato per sempre. Egli, potente ed essenziale, vero e impegnato, farà parte di quella schiera di artisti – assieme a Giotto, Cavallini, Masaccio, Masolino e Brunelleschi – che rinnoveranno l’arte italiana dopo secoli di maniera ‘greca’. E da lui tutto il quattrocento diverrà la grande stagione della scultura italiana con Niccolò dell’Arca (1435 – 1494) in area emiliana e Iacopo della Quercia (1371 – 1438) erede di quella tradizione senese del grande Tino di Camaino (1285 – 1337). Il suo ‘David’ rappresentato nudo, senza armatura, è il campione e l’atleta della virtù. Il suo corpo flessuoso ed assoluto è il trionfo di una Bellezza perfetta della natura che mostra il suo miracolo.

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